Au revoir monsieur Andrea!

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Galatina, 11 Agosto 2015

In verità non credo proprio che a lui piacesse l’appellativo del Re del pasticciotto.
Piuttosto mi piace pensare a lui come un artista monarchi-comuni-fascista.

Aveva in se, il Maestro, il meglio della virtù galatinese, quella sapienza del mestiere, mista alla consapevolezza della conoscenza dell’arte. Aveva anche i “migliori” difetti del gene cittadino una sorta di grandeur parigina insomma. In paese sapevamo tutti che non sarebbe tornato più in laboratorio, ma nessuno ne parlava per una sorta di rispetto del mito.
Chi si è affannato, nel corso degli anni a replicare le sue gemme, avrà magari avuto la possibilità di avvicinarsi al gusto ma mai al contenuto. Gli ingredienti del prodotto della sua arte non erano certamente solo farina, strutto , uova e Dio sa cos’altro, c’era in quelle opere d’arte la cultura del paese, il pregio di sapere che le persone fanno la storia e i risultati non possono che essere eccellenti se ci metti la passione senza mai bluffare. La processione della domenica cominciava in Chiesa e finiva da lui, accorgendoti al rientro a casa che avevi pregato più per garantirti un’extra nel vassoio incartato nella nobile, immutabile e raffinatissima carta marrone e oro che per una assoluzione per i peccati settimanali.
La sua popolarità, alimentata negli anni da aneddoti degni dei capricci di una star hollywoodiana, cresceva ma mai mutò di una virgola il suo essere semplicemente Andrea. Aveva rispetto di tutti ma mai lo vidi cedere alla reverenza quando qualche notabile, politico e non, entrava in bottega.
Non aveva bisogno di nessuno, Andrea, della sua splendida famiglia certo, ma gli bastavano loro e il lavoro in laboratorio.
Ci lasci per sempre, orfani della tua voce roca e convincente, e dell’ingrediente migliore del tuo dolce più famoso: l’amore per la tua città

 

Il Sindaco, le braghe e le cime…di rape

Rosa_dei_venti     In questa estate scarsamente popolata di notizie  e gossip da ombrellone, solo nella giornata di ieri, con l’avvicinarsi della settimana top della stagione, spiccano ben due avvenimenti degni della calura luciferina.
Il pignoramento di ville, barche, quote azionarie per circa 10 milioni di euro al reuccio, ma che dico, imperatore dei social Mr. Enjoy Gianluca Vacchi (già oggetto nei giorni immediatamente precedenti le sventure bancarie, di mie considerazioni per una  recente intervista. -leggi post del 4 u,s) e la sventura occorsa al Sindaco di Viareggio, Giorgio d-D-el (non si capisce se la d sia minuscola o maiuscola) Ghingaro, allontanato dal ristorante del Circolo Velico cittadino a causa di una violazione del dress code imposto ad ospiti e soci.
Vestire le braghe a cena al C.N. Viareggino  non è consentito a NESSUNO e il Sindaco dopo essersi accomodato al tavolo è stato invitato, tra l’imbarazzo dei commensali e suo personale, a condurre il suo bermudino e le annesse natiche  fuori dalle sale nautiche.
La vicenda ha scatenato il popolo della rete, assai pronto schierarsi al fianco del primo cittadino, che stizzito e amareggiato ha imputato l’episodio ad una ritorsione politica di alcuni consiglieri del circolo velico di opposta fazione.
Orde di webeti hanno inveito contro l’ipocrisia imperante in codetti ambienti velici, nei quali -per onor di verità- 9 soci su 10 forse non distinguono un maestrale da uno scirocco o un levante da un ponente e, quando richiesti di passare una cima, non capiscono se si stia chiedendo loro una sorta di corda o se con le cime vadano passate sempre e comunque anche le rape.
Detto ciò, ad avvalorare la tesi del complotto e dell’ingiustizia subita, il primo cittadino commentava che egli non era affatto vestito da straccione e che il valore delle sue braghe modello bermuda, la camicia, la cintura e badabén-badabén  il suo orologio, superava di gran lunga i duemilaeuri, avete capito bene DUEMILA EURI.
Perbacco, mi verrebbe da dire, questo Sindaco attapirato merita tutta la nostra comprensione, andare in giro in bermuda in estate con questa calura è il minimo, e chi se ne frega poi se in tutti in Circoli Nautici del mondo, dopo il tramonto non sia consentito presentarsi con i polpacci scoperti.
Ebbene caro Sindaco, d-D-el Ghingaro, la prossima volta che deciderà di condurre i suoi bermuda a cena in un qualunque  Circolo Velico del globo, a prescindere dalla qualità e competenza dei soci, si assicuri di conoscere le regole di tali consessi, eviti di mettere in imbarazzo i suoi ospiti e rispetti le regole, giuste o ingiuste che siano.
E’solo una questione di buon senso, alla fine credo costi molto meno di quello che Lei ritiene essere il valore minimo della decenza espressa in EURI.
E poi, Signor Sindaco, inutile lamentarsi dei parvenu, per evitarli bastava spendere anche molto meno di duemila euro, mettere un paio di braghe, anche comprate al mercato e andare a mangiare da un’altra parte, non avrebbe pagato comunque.
Buon fine settimana.